Si pensa troppo spesso che la bellezza stia nelle grandi cose.
IL borgo di Moncenisio è la dimostrazione che la più disarmante bellezza si può trovare anche in uno dei gioielli più piccoli del nostro Bel Paese; ventinove anime in tutto di cui solo undici vivono in questo piccolissimo angolo di paradiso tutto l’anno. Sì, questo è il più piccolo borgo del Piemonte e dell’intero paese; situato al confine con la Francia, a circa 70 km a nord-ovest di Torino, sul percorso della strada che già anticamente portava da Novalesa al Colle del Moncenisio e al suo incantevole lago.
Le prime testimonianze sono legate alla storia del valico del Moncenisio che divenne nel XVI secolo una via di primaria importanza per i rapporti commerciali fra Italia e Francia, conosciuta oggi con il nome di Via Francigena, della quale si conservano lunghi tratti ancora oggi.
Per lungo tempo si è pensato che l’origine del paese fosse legata al transito del valico montano, ma grazie ad alcuni studi pubblicati verso la fine del secolo scorso, è stato dimostrato che la fondazione del borgo è avvenuta per lo sfruttamento minerario della zona, in special modo per l’estrazione del ferro.
Pian piano poi, nel corso del Trecento, il progressivo esaurimento delle miniere di ferro ha determinato una sorta di riconversione del borgo che è diventato un punto di ristoro e ospitalità lungo la Via Francigena del Moncenisio; Il periodo di massimo sviluppo si ebbe tra 1600 e 1800, dove nel comune arrivarono a risiedere fino a 300 abitanti.
Il paese si sviluppa prevalentemente lungo il corso del torrente Cenischia e nei pressi si trovano due piccoli laghi alpini naturali di rara bellezza.
Questa zona, tenuta al riparo dal turismo di massa, presenta interessanti e rarissime fioriture estive, come ad esempio quella della viola cenisia.
Questo minuscolo e pittoresco borgo è caratterizzato dalla presenza di molte meridiane con scritte in lingua francoprovenzale che indicano rigorosamente l’ora locale del borgo che, altra curiosità, si differenzia di circa 30 minuti dall’ora italiana, e di numerosi edifici che presentano caratteristiche costruttive tipiche dell’Alta Moriana.
Per gli amanti della natura Moncenisio è anche un ottimo punto di partenza per interessanti escursioni sui numerosi sentieri che attraversano le montagne, sia d’estate ,sia d’inverno attrezzandosi con le ciaspole da neve. In tutte le stagioni si può ripercorrere l’antica Via Francigena, indicata dalla segnaletica come Strada Reale.
Sono molti qui anche i segni del passaggio della Grande Guerra, con costruzioni militari sparse qua e là.
Una curiosità e una vera rarità è situata nella piazzetta di fronte alla chiesa parrocchiale. L’edificio, infatti, è dominato da un albero che senza dubbio si fa notare: un imponente frassino che ha più di 300 anni, tra i più antichi alberi monumentali del Piemonte, che si narra fosse legato in tempi antichi, a una particolare usanza: al termine del Battesimo, i familiari appendevano i bambini ad un ramo del frassino leggermente sporgente sul torrente Cenischia: se il bambino resisteva era un considerato un degno abitante di Ferrera, se invece cadeva nel Cenischia era destinato a scendere a valle trasportato dalle acque e diventare abitante di Novalesa.
Il frassino per lungo tempo si è ritenuto che fosse stato piantato nel corso della Rivoluzione francese, un’usanza abbastanza diffusa anche in Italia dove è considerato l’albero della libertà ed è stato il simbolo della vittoria del popolo sui regimi per molti secoli.
L’amministrazione comunale, al fine di tener vivo l’interesse per questo luogo incantato, dal 2019 ha organizzato varie manifestazioni durante tutto l’arco dell’anno tra cui concerti musicali che hanno visto esibirsi vari artisti locali e varie orchestre, esibizioni con i rapaci, di intaglio del legno e altri spettacoli di vario genere; anche durante il 2020 con tutte le difficoltà legate al covid-19, le manifestazioni si sono ripetute in tutta sicurezza al fine di portare un po’ di vita all’interno del borgo, e nei piani dei nuovi amministratori c’è anche un programma di valorizzazione ulteriore di tutto il borgo.
In conclusione quindi, dando uno sguardo a questo piccolo angolo di mondo, si comprende appieno il significato di quella frase che spesso abbiamo detto e sentito: “la bellezza sta nelle piccole cose”.